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Noi siamo quelli delle Clarks.

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Malefatte della Bora a Trieste
Bora a Trieste. Ombrello e lui e lei presi dal vento.

Noi siamo quelli delle Clarks simbolo della sinistra anni ’70

Noi siamo quelli che formano un piccolo gruppo di professionisti o appassionati che scrive e inventa questa pubblicazione. Della generazione della Tv dotata solo di due canali in bianco e nero e la ruota dietro per sintonizzarsi con il programma “de quei de là”… Quando, nostro malgrado, c’era un vero “de qua” e un “de là”. Un “qua” e un “là” che se nell‘800, era una magmatica frontiera sulla quale veleggiava a gonfie vele una “città immediata”, un porto vitale per un impero, un secolo dopo quella frontiera è diventata una linea reale e ideologica un solco profondo e profondamente imperfetto. 



Una ricerca fatta per me da ChatGPT – scritta a mano, firma autore

Se vuoi ascoltarmi avvia qui sotto



Trieste una città divisa fra il centralismo euroregionale ma con la collocazione nella remota periferia geografica italiana, fra la sbandierata cultura mitteleuropea e l’analfabetismo della parola: Mitteleuropa. Abbiamo navigato fra rapide ricchezze e altrettanto istantanee miserie, fra passato irrisolto e difficoltà progettuali per il futuro. Noi siamo siamo quelli che hanno ereditato il “volentieri” triestino che solo da noi significa: “ no se pol, no gavemo”. Qualche volta anche noi diamo ai turisti le indicazioni stradali attraverso attività che da 50 anni non ci sono più, siamo quelli che trascurano le bellezze quotidiane che ci circondano, molto apprezzate dai “foresti”, ma poi ci meravigliamo della chiusura o la scomparsa di ciò che fino a poco prima era dato per scontato. Siamo la generazione dei silenzi dei genitori e nonni sugli avvenimenti passati oppure dei loro racconti urlati e disperati. 

Le Clarks erano una dichiarazione muta

Le portavamo con orgoglio, per dire chi eravamo e quale futuro volevamo.
In quegli anni, le strade, le piazze, i ritrovi italiani e ancor più triestini erano simboli di parte. Luoghi “di sinistra” o “di destra”, ben riconoscibili e non solo per chi li frequentava.
Con le Clarks, simbolo della sinistra anni ’70, camminavamo già convinti di fare politica. Orgogliosi, lo facevamo con il manifesto sottobraccio, La nausea di Sartre nella borsa, Gramsci in testa.

Oggi non metto più le Clarks. Non ho voglia di avere caldo o freddo ai piedi


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