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NERO ACQUAKETA

Nero Acquaketa nasce nel gennaio del 1952. Di madre veneta: Emma Baker, cuoca di Sandrigo (Vicenza) e di padre norvegese Erling ma per gli amici Olaf, fervente revivalista vichingo, era all’epoca fortunatissimo pescatore di merluzzi.

Olaf ed Emma, dopo un breve ma intenso, romantico e molto passionale sodalizio, complici le aurore boreali, un lungo inverno e le lunghe notti del circolo polare artico, si uniscono in matrimonio con rito vichingo.

Nero nasce a Reine, piccola cittadina sulle isole Lofoten di 307 abitanti. Quando Nero aveva 12 anni la popolazione scese a 304 residenti con l’improvvisa partenza della sua famiglia. Reine, immersa in un paesaggio mozzafiato, vede il piccolo paese distribuito su più isole. Porto di pescatori di merluzzo, galleggia nel golfo circondato da alte e ripide montagne che non nascondono il sole di mezzanotte. Olaf sarà pendolare del merluzzo essiccato fra Reine e Sandrigo fino la fine dei suoi giorni, mai capito dai sandrighesi. È la madre che come capofamiglia decide di avviare a Sandrigo una “bacalacoteca” rigorosamente con una “c” come vuole la tradizione da quelle parti. Nero, irrequieto dopo gli studi fra Italia, Inghilterra e Stati Uniti, si divide fra Los Angeles e New York.

Già nel 1975, spinto da una intelligenza vivace e una determinazione feroce, lavora a Wall Street. Esigente verso se stesso e gli altri, molto decisionista, con carattere forte e determinato, rispetta perfettamente il suo progetto d’affermazione e in pochi anni diventa ricchissimo. Appassionato fin da piccolo del gioco dei dadi e dei giochi da tavolo, a Los Angeles si pagò gli studi lavorando come croupier. Più esattamente come “dealer” specializzato nel gioco “craps”, lasciando libero sfogo alla sua passione per i dadi. Inizia molto presto a produrli nel garage della casa di famiglia del New Jersey.

Presto la sua azienda conterà 2000 dipendenti con sedi sparse in tutto il globo che producono dadi anche per la Hasbro, la più grande ditta di giochi da tavolo al mondo, e per alcuni casinò a Las Vegas. L’amicizia con Lorenzo Fertitta, proprietario della società “Station Casinos”, grande amico di famiglia e goloso di bacalà, gli apre le porte per garantirsi l’esclusiva della fornitura dei dadi per tutti i tavoli da gioco degli Stati Uniti. Dopo l’inchiesta sulla produzione e fornitura di dadi truccati alle più importanti mafie del mondo, che lo scagiona completamente, profondamente ferito vista la sua precisione e correttezza, Nero scompare dalle scene mondane.

Copre lui e la sua famiglia di una segretezza impenetrabile. Ovviamente di lui non esiste una foto che lo ritrae. Di questo periodo oscuro ed ingiusto gli rimane un rito che coltiva spesso per non dimenticare: la manipolazione di due dadi, la loro continua rotazione fra le dita per non dimenticare. Trasforma l’esigenza di affermazione e di accumulo in beneficenza e finanzia in modo anonimo progetti di arte e cultura. Filantropo e mecenate amante delle belle arti applicate, vive fra Sezana in Slovenia, residenza nota, e svariate residenze segrete in giro per il mondo, soprattutto in Europa e negli USA. Con uno dei suoi jet della linea aerea privata “Bakerline” raggiunge l’aeroporto più vicino a Trieste solo nelle giornate di Bora. Scende in città in modo anonimo per mangiare tartine di Baccalà mantecato, aglio e prezzemolo delle quali è ghiotto. Spesso riparte subito dopo un paio di raffiche di vento. Uomo enormemente generoso ma schivo e burbero, abita con poca servitù fidata nelle sue ville-fortezza con i suoi sigari Avana di fattura italiana, rigorosamente sul tipo dolce e profumato dei “Romeo y Julieta” e il suo cane: un Jack Russel di carattere peggiore del suo di nome “Dado”.