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Episodio 17
TESTO e ILLUSTRAZIONI di Maurizio Stagni TRATTO DA: “Le avventure di PINOCCHIO” di CARLO COLLODI nel capitolo: 36.
Pinocchio, questa volta per l’ultima volta, incontrò il Gatto e la Volpe ma finalmente i due furbacchioni non ebbero soddisfazione e dopo aver ricevuto in dono da parte del burattino i seguenti proverbi furono abbandonati alla loro ormai sopraggiunta reale disgrazia.
I quattrini rubati non fanno mai frutto. La farina del diavolo va tutta in crusca. Chi ruba il mantello al suo prossimo, per il solito muore senza camicia.
Non molto distante raggiunsero una bella capanna in mezzo ai campi. Fu facile riconoscere la voce che rispose al tentativo di aprire la porticina e che li invitava ad entrare.
Era quella del Grillo Parlante. La bella capanna gli era stata regalata da una capretta turchina che sicuramente non tornerà mai più. Quella capretta se n’era andata dicendo: “Povero Pinocchio!… oramai non lo rivedrò più!… il Pesce-cane a quest’ora l’avrà bell’e divorato!… Alla richiesta di un bicchiere di latte per il suo babbo il Grillo disse a Pinocchio di recarsi da Giangio l’ortolano.
Pinocchio si rese disponibile al gran lavoro di tirare su l’acqua per l’orto con il bindolo al quale era attaccato fin poco tempo prima il ciucchino Lucignolo morto fra le mani del burattino. Per più di 5 mesi continuò a lavorare curando il babbo e studiando appena poteva dopo il lavoro. Finchè una mattina decise che con i 40 soldi che era anche riuscito a mettere da parte avrebbe voluto acquistare dei vestiti nuovi.
Fatti pochi passi si sentì chiamare ed era una lumaca che ben conosceva che gli portò notizie della Fata Turchina che La povera Fata giaceva in un fondo di letto allo spedale!….
Pinocchio consegnò i 40 soldi alla lumaca per aiutare in tutti i modi la Fata ed altri alcuni giorni dopo era disposto a guadagnare per lei. “La Lumaca, contro il suo costume, cominciò a correre come una lucertola nei grandi solleoni d’agosto”.
“Quella sera Pinocchio, invece di vegliare fino alle dieci, vegliò fino alla mezzanotte sonata! e invece di far otto canestri di giunco ne fece sedici. Poi andò a letto e si addormentò. E nel dormire, gli pareva di vedere in sogno la Fata, tutta bella e sorridente”…
Il finale della storia delle “Avventure di Pinocchio” resta deludente perchè definitivo. Meglio sarebbe stato impiccare Pinocchio e lasciargli ancora un respiro per dargli l’opportunità di una nuova puntata così come Collodi fece in un primo momento. A nessuno interessa la storia che prosegue con un bambino ubbidiente, educato, volenteroso… Ed io lascio aperta questa storia con Pinocchio che sogna per lasciare un barlume di speranza perchè un altro e nuovo Collodi si ricordi di un Super eroe di legno immortale ed invincibile qualche volta credulone ma sempre generoso, estroverso e socievole.
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